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Il Borgo medioevale di Apricale (607 ab. / 291 mt. s.l.m.) è situato nell’entroterra di Bordighera e Ventimiglia, a 13 Km dal litorale.

La sua felice posizione è all'origine del nome, che deriva da apricus, esposto al sole, ma la principale caratteristica del paese, che ha incantato nel tempo i suoi visitatori, è lo scenografico aspetto dell'abitato, una sinuosa cascata di antiche case di pietra allungate sulla dorsale di un erto pendio dominato dall'altura del Castello.

Questa straordinario colpo d'occhio, unico nel pur ricco campionario dei "Villaggi di pietra" della Liguria intemelia (cioè abitata prima degli antichi Romani dalle tribù degli Intemelii), è stato celebrato da poeti e scrittori e dipinto da pittori di fama, che hanno contribuito a fare di Apricale un borgo particolarmente frequentato e amato dagli artisti.

Il paese conserva intatta la struttura urbanistica e l'atmosfera medievale, con il nucleo originario alto sul colle, dove sono ubicati il Castello, la chiesa parrocchiale e le case disposte a gironi concentrici, e due quartieri che dall'armoniosa piazza centrale si riversano sugli opposti versanti del colle, rispettivamente all'abrìgu e all'ubàgu, cioè a sud e a nord.

Un dedalo di carugi, gli stretti vicoli che cingono l'altura e si frammentano su più livelli, collegati da ripidissime scalinate e passaggi coperti, forma il tessuto viario immutato da un millennio, su cui si affacciano alte case di pietra spesso unite fra loro da archi.
È il mondo di ieri impenetrabile e riservato, oggi finalmente aperto al visitatore che vi potrà trovare alloggio, ristoro e botteghe d'arte, tornate a rivivere con gran gioia dei turisti.

Tutt'intorno, l'abbraccio di una campagna che dalle fasce, i terrazzamenti sostenuti da muretti a secco che nei secoli hanno strappato alla montagna preziosi fazzoletti pianeggianti di terra da coltivare, manda i riflessi argentei degli uliveti e il verde cupo delle altre colture fino alle masse più dense dei castagni e dei pini dei boschi sui rilievi più elevati.



La Storia.

Le sue origini si perdono nella preistoria come testimoniano i tumuli sepolcrali dell'età del bronzo rinvenuti in località Cian deu Re (Pian del Re).
Il Borgo venne fondato intorno al X secolo dai conti di Ventimiglia e passò ai Doria di Dolceacqua verso i1 1276, quando già era retto dagli Statuti riformati nel 1267 (i più antichi della Liguria) e la sua forma di governo era quella tipica di un libero Comune.
Seguì poi le sorti della signoria e del marchesato sabaudo dei Doria, patendo la distruzione del Castello nel 1523 da parte dei Grimaldi di Monaco, partecipando a diverse guerre e subendo, nel 1794, l'occupazione francese.


L'aspetto.

L'aspetto e le dimensioni attuali sono quelle di fine Cinquecento, con il nucleo centrale, quello più antico, del due-trecento.
Il Borgo presenta uno schema urbanistico medievale di enorme interesse, sia per la sua ottima conservazione, sia per la sua struttura mista, formata dal settore centrale avvolgente o a gironi, attorno al Castello, disposto a semicerchio, circondato dall'anello pianeggiante dell'antico Carugio Cian (vicolo piano) e dai due agglomerati di cresta ubicati sugli opposti versanti della dorsale; questi sono attraversati verso ovest da via Castello e via degli Angeli con la porta medievale perfettamente conservata di Cousutàn (del fondo) e verso est da via Cavour.

Altre due porte medievali che delimitano l'antico cerchio di fortificazioni murarie, si trovano rispettivamente ubicate l'una, porta Cutrùn, ai piedi dell'attuale muraglione di sostegno del Castello, all'inizio del tratto settentrionale di via Martiri, l'altra sempre in via Martiri, ma nel versante opposto, detta porta deu Carugiù Ciàn, completa dei suoi cardini di pietra. Questa reca impressa sulle pietre del piedritto sinistro, la frase scolpita "1764 fame ubique" (fame ovunque), che ricorda un drammatico periodo di carestia. Punto focale dell'abitato è la grande piazza.

La ripidità dei versanti ha imposto la costruzione di erte e strette scalinate, sostituite da rampe a gradoni per collegare i vicoli a gironi concentrici; i frequenti passaggi coperti che uniscono le facciate opposte delle case, le frequenti piazzette, gli scorci panoramici sui valloni assolati che lo circondano fanno della visita una piacevole passeggiata nella storia e nel verde.
Il visitatore sarà colpito soprattutto dal fascino medievale del Borgo, dalle case di pietra affacciate sui vicoli dall'andamento irregolare, dalle ripidissime e buie scalinate trasversali, dagli scorci fioriti e dalle tante piante che abbelliscono le scalinate esterne di accesso alle abitazioni.
Quello in cui ci si immerge è un mondo fuori dal tempo, antico e immutato nei secoli, che quasi incredibilmente viene offerto alla nostra curiosità ma anche al nostro rispetto.

La visita.

Le principali risorse economiche di Apricale (607 abitanti), sono l'agricoltura e il turismo.
Vi si produce un ottimo olio extravergine di oliva; il paese fa infatti parte dell'Associazione nazionale "Città dell'Olio" ed è situato lungo la "Strada dell'Olio" nella terra della taggiasca.
Negli ultimi decenni Apricale è divenuto un centro artistico di primaria importanza, che mantiene fruttuosi contatti con la vicina Costa Azzurra e con il mondo dell'arte e della cultura. Le prestigiose mostre temporanee nel rinnovato Castello della Lucertola, che ospita anche un ricco museo, e le rappresentazioni notturne estive all'aperto del Teatro della Tosse su scenografie di Lele Luzzati sono soltanto alcuni dei motivi di attrazione, completati dal patrimonio culturale e artistico antico, che comprende chiese affrescate e pregevoli dipinti.
Numerose sono le opere di pittura e scultura contemporanee che impreziosiscono le sale del Castello e gli angoli del Borgo, insieme a una cinquantina di murales, distribuiti sulle facciate delle case.
Altrettanto interessanti le molte chiese tra cui spiccano sicuramente Santa Maria degli Angeli ai piedi del paese, con interessanti affreschi risalenti al '400, l'Oratorio di San Bartolomeo, con un polittico su legno del 1544, nonché la chiesa del cimitero dedicata a Sant'Antonio Abate, costruita su resti di un tempio romanico e naturalmente la Parrocchiale dedicata alla Purificazione che svetta sulla magnifica piazza, che sorge al centro del paese, punto di partenza o di arrivo del suo infinito dedalo di carruggi.

Oggi.

Per la sua bellezza e per gli sforzi profusi dall'Amministrazione Comunale per la valorizzazione e la crescita culturale del borgo recentemente Apricale, oltre ai riconoscimenti degli anni passati che ricordiamo:
  1. "Borghi più belli d'Italia", ANCI, primo Comune ligure riconosciuto con questo titolo.
  2. "Bandiera Arancione" della Regione Liguria per i Comuni dell'entroterra, in collaborazione con il Touring Club Italiano.
  3. "ISO 14001 per l'Ambiente", "ISO 9001 per i Servizi", certificazioni riconosciute a livello internazionale ha anche ottenuto il certificato "OHSAS 18001 di sicurezza" che ha consentito ad Apricale - primo Comune in Italia - il conseguimento "dell'Eccellenza".

Conclusioni.

Gentile visitatore, nelle pagine che seguono speriamo che tu possa trovare tutte le informazioni di cui necessiti insieme a tanti altri approfondimenti e curiosità in tutti gli aspetti della vita sociale, culturale, amministrativa, storico-artistica del paese, con un occhio di riguardo anche alle tante iniziative e novità che i suoi abitanti propongono nel corso dell'anno ai turisti.
In questo sito troverai anche una sezione dedicata al guestbook (libro degli ospiti) in cui potrai annotare le tue considerazioni ma anche i tuoi preziosi suggerimenti al fine di farci migliorare costantemente la qualità dei servizi che offriamo a tutti coloro che in un modo o nell altro decidano di farci visita.
Ti ricordiamo infine che, per quanto ricco di notizie e dettagliato, questo sito non possa che rappesentare solo un punto di partenza per una visita reale oltrechè virtuale.
Ma ci auguriamo che possa esserti d'aiuto facendoti orientare agevolemente nonché sentirti immerso sin dai primi passi nella nostra realtà.

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