Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Vangelo di Nicodemo

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

[15]

[1] Alla ricerca di Gesù sui monti. Ma Nicodemo, alzatosi, stette in mezzo al consiglio, e disse: "Gli uomini discesi dalla Galilea non temono forse Dio, non sono uomini di pace, odiatori della menzogna? Anch'essi raccontarono sotto giuramento di avere visto Gesù sul monte Mambre che sedeva con i suoi discepoli, che insegnava mentre essi udivano, e che lo videro elevato in cielo. Nessuno li interrogò sul come è stato elevato in cielo. Come ci insegna la Scrittura, i Libri Sacri, anche sant'Elia è stato elevato in cielo: Eliseo gridò a gran voce ed Elia gettò la sua pelle di pecora sopra Eliseo; a sua volta, Eliseo gettò la sua pelle di pecora sopra il Giordano e così passò e andò a Gerico. E gli andarono incontro i figli dei profeti e gli dissero: "Dov'è il tuo signore Elia?". E rispose: "E' stato elevato in cielo". E dissero a Eliseo: "Lo ha rapito uno spirito e lo ha gettato su di una montagna? Prendiamo piuttosto con noi i nostri figli e cerchiamolo".

Persuasero Eliseo e andò con loro. Lo cercarono per tre giorni e tre notti, e non lo trovarono perché è stato elevato. Ed ora, uomini, ascoltatemi: mandiamo in tutto Israele, che Gesù non sia stato elevato in qualche luogo e sia stato gettato in una montagna".

Questo parlare piacque a tutti. Mandarono dunque in tutte le montagne di Israele a cercare Gesù, e non lo trovarono. Trovarono invece Giuseppe d'Arimatea, ma nessuno osò prenderlo.

[2]Missione a Giuseppe d'Arimatea. Annunziarono agli anziani, ai sacerdoti e ai leviti: "Abbiamo girato per tutte le montagne di Israele e non abbiamo trovato Gesù; abbiamo invece trovato Giuseppe d'Arimatea". All'udire di Giuseppe, si rallegrarono e diedero gloria al Dio di Israele. Gli archisinagoghi, i sacerdoti e i leviti tennero consiglio sul modo con cui mandare da Giuseppe: presero un foglio di carta e scrissero a Giuseppe. "Pace a te e a tutti i tuoi! Abbiamo compreso di avere peccato verso Dio e verso te. Hai supplicato il Dio di Israele e ti ha liberato dalle nostre mani. Degnati ora di venire dai tuoi padri e dai tuoi figli, poiché siamo terribilmente tristi. Tutti noi ti abbiamo cercato, dopo che, aperta la porta, non ti avevamo trovato. Sappiamo di avere preso una cattiva deliberazione contro di te, ma il Signore ha rovesciato la nostra deliberazione. Sei onorabile da tutto il popolo, o padre Giuseppe".

[3] Da tutte le tribù scelsero sette uomini amici di Giuseppe, noti anche a lui come amici, e gli archisinagoghi, i sacerdoti e i leviti dicono loro: "Osservate. Se riceverà la lettera e la leggerà, certamente verrà con voi da noi; se invece non la leggerà sappiate che macchina contro di noi: salutatelo e ritornate in pace qui da noi". Li benedissero e li congedarono.

Giunsero in Arimatea da Giuseppe, lo adorarono con la faccia a terra e gli dissero: "Pace a te e a tutti i tuoi!". Giuseppe rispose: "Pace a voi e a tutto il popolo di Israele!". E gli diedero il rotolo della lettera. Giuseppe prese la lettera, la lesse, se la strinse al petto, benedisse Dio e disse: "Benedetto il Signore Dio che liberò Israele dallo spargere sangue innocente! Benedetto Dio, che ha mandato il suo angelo e mi ha coperto con le sue ali". Li baciò, preparò loro la mensa, mangiarono, bevettero e dormirono.

[4] Testimonianza di Giuseppe. Al mattino, quando si alzarono, Giuseppe preparò la sua asina, andò con loro ed entrarono nella città santa, Gerusalemme. Tutto il popolo andò incontro a lui acclamando e dicendo: "Pace al tuo ingresso, padre Giuseppe!". Egli rispose: "La pace del Signore, a tutto il popolo".

E tutti lo baciarono. Pregarono con Giuseppe, e al vederlo avevano paura.

Nicodemo lo ricevette in casa sua, fece un gran convito, e invitò in casa sua Anna e Caifa, gli anziani, i prìncipi dei sacerdoti e i leviti. Assieme a Giuseppe scherzarono, mangiarono, bevettero, e benedissero Dio; ognuno andò poi a casa propria. Mentre Giuseppe rimase con Nicodemo.

[5] Il giorno dopo era la vigilia; i sacerdoti, gli archisinagoghi e i leviti vegliarono e andarono in casa di Nicodemo. Andò loro incontro Nicodemo, e disse loro: "Pace a voi!". Gli risposero: "Pace a te e a Giuseppe, alla tua casa e alla casa di Giuseppe". Nicodemo li introdusse in casa sua. Vi fu una seduta di consiglio, e Giuseppe sedette in mezzo tra Anna e Caifa: e nessuno osò dire parola.

Giuseppe disse loro: "Perché mi avete chiamato?". Essi, con gli occhi, fecero segno a Nicodemo di parlare a Giuseppe. Aperta la bocca, Nicodemo disse: "Padre Giuseppe, sai che i venerabili maestri, i sacerdoti e i leviti desiderano udire da te una parola". Giuseppe disse: "Domandate!".

[6] Anna e Caifa, presa la legge, scongiurarono Giuseppe dicendo: "Da' gloria al Dio di Israele e fa' a lui la confessione di non nasconderci alcuna cosa". E gli dissero: "Ci ha rattristato molto che tu abbia chiesto il corpo di Gesù, l'abbia avvolto in un panno puro e l'abbia posto in una tomba. Per questo ti abbiamo rinchiuso nella camera ove non c'era alcuna finestra, abbiamo chiuso a chiave e sulla porta abbiamo posto i sigilli; e, passato il sabato, aperta la porta, non ti abbiamo trovato. Siamo quindi rattristati molto e lo stupore ha invaso tutto il popolo di Dio. Perciò sei stato chiamato, ed ora annunziaci quanto è accaduto".

[7] Allora Giuseppe, disse: "Nel giorno della vigilia, verso l'ora decima, voi mi avete rinchiuso e ivi rimasi per tutto il sabato. Giunta la mezzanotte, mentre io ero dritto e pregavo, la casa dove mi avete rinchiuso è stata sospesa ai quattro angoli e passò nei miei occhi un bagliore di luce. Tremante, caddi a terra. Poi qualcuno mi alzò dal luogo ove ero caduto, mi inondò con abbondante acqua da capo a piedi, pose un odore di unguento profumato alle mie narici, con la stessa acqua mi ha sfregato la faccia come per lavarmi, mi ha baciato e mi ha detto: "Giuseppe non temere! Apri i tuoi occhi e vedi chi è che ti parla". Guardai e vidi Gesù; ma, tremante, pensavo trattarsi di un fantasma. Gli parlai con la preghiera e con i precetti: ma lui recitava con me. Gli dissi: "Tu sei rabbi Elia?". Mi rispose: "Io non sono Elia". Dissi: "Chi sei, signore?". Mi rispose: "Io sono Gesù, il cui corpo tu hai chiesto a Pilato e lo hai avvolto in un panno puro, e hai messo un sudario sulla mia faccia, e mi hai posto in un sepolcro nuovo, e hai arrotolato una pietra all'ingresso".

[8] Allora dissi a colui che parlava: "Signore, fammi vedere dove ti ho posto". E mi condusse e mi fece vedere il luogo ove lo avevo posto, il panno che gli avevo messo e il sudario nel quale avevo avvolto la sua faccia: e conobbi che era Gesù. Mi prese con la sua mano e, a porte chiuse, mi pose in mezzo alla mia casa, mi mise sul mio letto e mi disse: "Pace a te!". Mi baciò e mi disse: "Per quaranta giorni non uscire da casa tua. Ecco. infatti, che vado in Galilea dai miei fratelli"".




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by Èulogos SpA - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License