Quando in cielo volavano le scope

Prendete un pizzico di pentafillion, un po' di olio e poi acoro, sion solano sonnifero e naturalmente sangue di pipistrello. Unite il tutto, attendete una notte di luna piena e, voilà !, siete pronte a spiccare il volo. Su una scopa, ovviamente: sì, perchè parliamo di streghe. Ma sul serio. Niente a che vedere con favole e mogli...
<<Stregoneria e streghe nell'Europa moderna>> è infatti il titolo di un convegno che si è svolto presso l'Università di Pisa, nell'ambito delle celebrazioni per il 65O anniversario della sua fondazione. Tre giornate di studio, affiancate da una mostra che si protrarrà fino al 23 aprile: testi, manuali di stregoneria dell'Inquisizione, e poi tante streghe da vedere nei colori o nell'inchiostro di Filippino Lippi, Durer, Hogarth, Grien, oltre alla <<Linda maestra>> del Goya.

Dunque teologi, filosofi, giuristi, medici, studiosi, per fare il punto su una storia che sa di zolfo.

In ogni senso: perchè al di là del piacere macabramente curioso di indagare tra riti,ricette e pozioni a metà tra l'innocua erboristeria e l'<<intramontabile>> filtro d'amore, la storia della stregoneria e innanzi tutto storia di processi. Processi strani e giuridicamente accomodanti, basati sulla prova certa del fatto inesistente (come ha sottolineato nel suo intervento il professor Mario Sbriccoli dell'Università di Macerata). Processi sempre un poco vizati e inquinati dal sospetto di altre colpe, di altre necessità: come condannare l'eresia, l'emarginazione e la diversità, il testimone scomodo o la prostituzione. L'unico processo per <<stregoneria>> ricordato (ma certo non il solo) a Venezia nel secondo 500 e proprio contro la cortigiana Veronica Franco; condanna di oltre duecento anni posteriore al primo rogo italiano documentato, che risale al 1340, a Orta. Una lunga storia per un mondo che appartiene più alle parole degli storici (tra il gotha degli intervenuti, non sono mancati l'oxfordiano Trevor Roper, Francisco Beihencourt di Lisbona, ecc.) che non a quello del demonologo monsignor Corrado Balducci). Perchè è un malanno. La stregoneria è un malanno che viene dalla Germania. Questo si diceva nel Cinquecento. In effetti, il celeberrirno (per gli addetti ai lavori) <<Malleus Maleficarum>>(tra l'altro visibile in una rara edizione nella mostra pisana),che è la prima raccolta di norme giuridiche dell'Inquisizione, e di un certo Sprenger, un domenicano di Colonia, che la pubblicò nel 1487. Che non sia un caso? Sarà.,.

Ma anche Parma si difendeva bene... Ce lo ricorda il curioso e interessante studio di Marzio Dall'Acqua, da lui stesso illustrato nel corso della tavola rotonda su <<Problemi e prospettive per il reperimento delle fonti sulla stregoneria>>, che si è svolta nell'ultima giornata del convegno. Attingendo ad una rara raccolta documentaria dell'Archivio di Stato, Dall'Acqua fa affiorare una storia lontana e barocca, eppure <<semplice>> e superstiziosa, ambientata nella Parma Farnese del 1611.
Quella di Ranuccio, il Duca del Teatro, o il Duca che ascoltava il silenzio - come dice Dall'Acqua -. E in quel silenzio <<udiva le voci dei morti, sinistri rumori>>. Carattere ombroso, quello del Duca, infido, debole e superstizioso. Succube, soprattutto, dell'astuzia e dei consigli di Bartolomeo Riva, <<un personaggio che dall'ombra realmente aveva in mano tutto il potere dello Stato farnesiano>>. Non è arte magica, la sua, ma un potere altrettanto determinante di vita o di morte: ad un <<misterioso>> malessere del Duca, e' facile convincerlo di un incantesimo. La colpevole? Claudia Colla, ex-amante di Ranuccio, donna della borghesia (e questo ceto di appartenenza e di per sè eccezionale in questo tipo di processi) gia' sospettata di strane attività.

Il 28 aprile 1611 la Colla è imprigionata e processata sulla sola parola del Riva. <<Magicamente>>, però, durante gli interrogatori, verranno coinvolti i protagonisti della presunta congiura dei feudatari Alberto Canossa, Pio Torelli, Giovan Battista Masi. Anche Orazio Balestrieri, acerrimo nemico di Riva che però da un'altra strega fu messo fuori gioco. A dire la verità questa sembra una strega più strega dell'altra: e una certa Antonia Zanini, friulana di origine popolare, esperta di erbe, nonche <<nata con la camicia>>. Che, visti i roghi che si accendevano qua e là, non doveva essere una gran fortuna... Però ci teneva l'Antonia, a dire che era nata con la camisuta, perchè il fatto di aver visto la luce avvolti nella membrana amniotica era il segno che destinava a diventare benandante. Benandante, non strega; e cioè di quelle che fanno il sabba il mercoledì e non il giovedì, che dormono avvolte come da un fuoco e che si occupano soprattutto di incantesimi femminei per conquistare l'uomo amato, per garantirsene ed accertarne l'amore e fedeltà o rinvigorirne e abbatterne la sessualità. Una maga bianca, insomma.

Il problema, come l'Antonia afferma, e che <<adesso si usa a Parma come muore un figlio si dice che è stato guasto (stregato)>>. Il riferimento è al figlio di Paolo Pugolotti e al genero di Angela Quintavalle, entrambi morti, che si diceva nei borghi, avesse stregato. Si diceva nei borghi: l'accusa è corale, le prove inesistenti. Nota ricorrente nei processi d'inquisizione, come le torture per strappare le confessioni, degne della più consueta e macabra tradizione.

L'accusa è corale: nessun testimone a favore filtrerà dalle maglie di questo processo che si svolge in gran segretezza a Gragnano, nel Piacentino. Terra ancor più pronta ai desideri del Riva... E allora? Dall'Acqua ricorda che, sì, la Zanini e certamente una benandante, una maga bianca, per di più friulana, estranea, emarginata; e anche cultura popolare,<<pensiero selvaggio - nella sua estrema forma>> contro la razionalità, la mentalità colta e <<superiore>> degli inquisitori.
Ma è soprattutto quella che cita tra i suoi committenti Orazio Balestrieri al quale avrebbe fornito la polvere per storpiare le persone. È su tale base che il Balestrieri verrà incastrato, anche se sarà processato per aver attentato alla vita di Riva. <<Altre annotazioni andrebbero fatte>> conclude Dall'Acqua per alcune credenze popolari che emergono dalle varie testimonianze, ma riteniamo che gli atti processuali siano gravemente inquinati dalle ragioni che hanno condotto all'apertura dell'inchiesta>>.

Tra storia della stregoneria e vicende politiche, a volte, sembra davvero esistere un <<filtro>> molto, molto sottile.


                                                    Rita Guidi